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Tiroide: ascoltiamo i suoi segnali e riconosciamo i sintomi

Immagine del redattore: MedicLab- Dr. R. Di SantoMedicLab- Dr. R. Di Santo



Come un grande direttore d'orchestra, la tiroide è una ghiandola endocrina che secerne ormoni, che regolano le principali funzioni del nostro corpo, influenzando, fra gli altri, il metabolismo, il sonno, la temperatura corporea, il sistema nervoso e la frequenza cardiaca. Ecco perché è una ghiandola da non sottovalutare.


La frenesia di ogni giorno fa passare spesso inosservati alcuni piccoli segnali che potrebbero essere importanti SOS da parte del corpo umano. La scelta di far luce su quest’organo, specchio della nostra salute, è giustificata dall’elevata diffusione della patologia tiroidea e dal suo impatto sulla qualità della vita in tutte le fasce di età.


Le alterazioni della tiroide non sempre provocano sintomi eclatanti, pertanto è importante controllarla periodicamente, in ogni caso e soprattutto quando è presente una familiarità per patologie tiroidee. Le patologie che la riguardano possono essere di due tipi: strutturali e funzionali.


Quali sono i sintomi di un problema alla tiroide?


I sintomi delle malattie della tiroide sono comuni a molte malattie, perciò è talvolta difficile individuare e identificare un problema dovuto a una disfunzione della tiroide. Pertanto, tutti i sintomi e i segni vanno ascoltati e analizzati rivolgendosi al medico. In presenza di un’alterata funzione della tiroide (ipertiroidismo ed ipotiroidismo) ci sono alcuni sintomi che possono essere caratteristici, ma molti altri sono del tutto aspecifici. È importante sottolineare che questi sintomi possono essere più evidenti al paziente sin da subito nel caso dell’ipertiroidismo oppure possono essere più subdoli e sfumati nel caso dell’ipotiroidismo, che raramente è sintomatico, se non quando è molto grave e/o presente da tempo.


Ma vediamoli quali sono questi sintomi:


Alterazione del peso, caratterizzato nell’ipertiroidismo da una sua riduzione, a causa di un’accelerazione del metabolismo, e nell’ipotiroidismo (in questo caso solo se grave o instaurato da tempo) da un suo aumento, per effetto della riduzione dell’attività metabolica e per un aumento della ritenzione di liquidi.

Debolezza e stanchezza, ovvero perdita di energia e forza muscolare che si manifestano già all’inizio di un nuovo giorno, nonostante una notte di riposo regolare.

Alterazioni della sfera psico-intellettiva che, nelle forme più severe, si manifesta con segni molto aspecifici: nell’ipertiroidismo con insonnia, nervosismo e sbalzi di umore; nell’ipotiroidismo con disturbi della memoria, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, pensiero rallentato, scarso rendimento scolastico e/o lavorativo.

Intolleranza al caldo nell’ipertiroidismo ed al freddo nell’ipotiroidismo, per un disaccoppiamento energetico tra necessità metaboliche dell’organismo e alterata funzione della tiroide. Ciò significa che il metabolismo basale dell’organismo produce più o meno calore rispetto alle necessità del corpo per effetto di un eccesso o difetto di ormoni tiroidei.

Alterazione dell’attività cardiaca, per effetti diretti degli ormoni tiroidei sulle fibrocellule muscolari cardiache, sulle pareti vascolari e sul sistema neuro-vegetativo. Quindi, in presenza di un eccesso di ormoni tiroidei il paziente riferisce frequenza cardiaca accelerata (tachicardia) e palpitazioni, mentre in presenza di una ridotta produzione può presentare un battito cardiaco più lento (bradicardia), respiro corto sotto sforzo e dispnea (“fame” d’aria).

Disturbi intestinali, secondari all’azione sulla muscolatura intestinale degli ormoni tiroidei che, nel caso dell’ipertiroidismo, si caratterizza per un aumento della contrazione muscolare intestinale con produzione di feci poco formate, mentre nel caso dell’ipotiroidismo, per una ridotta motilità intestinale, che si traduce in possibile stipsi.


Per quanto riguarda le donne, le malattie funzionali della tiroide possono determinare disordini del ciclo mestruale e problemi di fertilità (percentuali ridotte di concepimento, difficoltà di impianto, aborti spontanei ed altri problemi al feto). Il legame tiroide/fertilità non è del tutto chiaro, ma è comunque certo. Tra le cause che potrebbero interferire direttamente con l’impianto dell’ovulo fecondato ci potrebbe essere l’autoimmunità tiroidea (da sola o in associazione con altri tipi di autoimmunità sconosciuti), in particolare nel caso in cui essa porti all’insufficienza della funzione tiroidea o all’ipertiroidismo. La ridotta attività della tiroide materna o la produzione eccessiva di ormoni tiroidei possono creare problemi al prodotto del concepimento, in particolare nei primi tre mesi di vita.


Quali sono gli esami consigliati per valutare la salute della tiroide?


Gli esami che devono essere eseguiti per uno screening morfo-funzionale corretto della tiroide sono i seguenti.


Dosaggio nel sangue di TSH, fT3 e fT4, che ci permettono di verificare la funzione tiroidea. Il dosaggio del TSH reflex invece è un protocollo diagnostico che, in prima istanza, valuta il solo TSH che, se normale, non darà seguito alla misurazione degli ormoni tiroidei liberi (fT4 e fT3), che saranno, invece, valutati sullo stesso campione di sangue se il suo valore è fuori dall’intervallo di normalità. Questo metodo, quindi, serve soprattutto a risparmiare risorse e a evitare inutili sprechi, ma andrebbe utilizzato solo in controlli successivi, dopo che è già stata effettuata una prima valutazione, in quanto esistono patologie tiroidee (seppur molto rare) che possono mostrare un TSH normale ma con fT3 e fT4 alterati (un esempio è l’ipotiroidismo secondario o “centrale”).

Si possono poi eseguire esami di secondo livello:


Dosaggio nel sangue degli autoanticorpi tiroidei (antitireoglobulina, anti-tireoperossidasi e anti-recettore del TSH), che consente di verificare l’eventuale presenza di patologie immunitarie a carico della tiroide stessa. Questi dosaggi vanno effettuati solamente in presenza di un’alterata funzione oppure nel sospetto di un danno alla tiroide evidenziabile ecograficamente.


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